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AUGUSTO JANDOLO
(1873 -1952)
ANEDDOTICA
(SEGUITO ALLE "MEMORIE DI UN ANTIQUARIO,, E AD “ANTIQUARIA,,)
MILANO
CASA EDITRICE CESCHINA 1949
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Page 149
EDOARDO GIOIA (Rome 1862 – London 1937)
Edoardo Gioia, romano, pittore di valore che si spense qualche tempo fa in Inghilterra, da molti anni viveva a Londra dove lavorava, apprezzatissimo, nel quartiere Chelsea. Quando ritornava ogni tanto a Roma non dimenticava mai di venirmi a vedere: mi era così sinceramente affezionato quel valoroso artista e leale amico! Chi non ricorda i suoi gustosi acquarelli e le belle pitture murali della Villa Ravà? Qualche vecchissimo socio del circolo artistico ricorderà la caratteristica figura di “Falchetto”, soprannome che gli avevano affibbiato per il suo naso prominente e di forma aquilina. Dipingeva con molta franchezza ed era innato in lui, spiccatissimo, il senso della imitazione. Capacissimo, con pochi segni di carboncino, di accennare le curve di una formosa fanciulla rubensiana o con poche nervose pennellate rendere una impressionistica scena di Alessandro Magnasco. Non si pensi neppur lontanamente che fosse un falsificatore! Lo divertiva questo saper fare con facilità alla maniera dei pittori del passato o dei colleghi viventi, in ispecie di coloro che avevano raggiunto una certa notorietà.
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Un giorno vide sul tavolo centrale del mio studio un acquarello, piuttosto grande, di tenui e vaporosi toni, rappresentante un canale veneziano,
— Guarda, guarda! È venuto fin qui questo acquarello, — esclamò.
— Lo conosci?
— Altro che!
— È di Sargent.
— L'hai comprato?
— No, me l'ha dato una cliente perché cerchi un
restauratore capace di portar via le due macchie di umidità
che si ,son formate sul cielo.
— Queste son macchie che non si levano.
—
È
quello che mi ha detto anche Strini (1), che
ho
interpellato e che è un padreterno in materia.
— Vuol dire che ci posso provare io, se credi.
— Tu?
— Eh, che c'è di strano?
(1) Unico restauratore di vecchie stampe e antiche tele.
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— Nulla. Ti conosco: sei tanto ingegnoso. Ti dirò anzi che la proprietaria è disposta a compensare lautamente il restauro purché riesca bene.
—
Me lo porto via e domani ti saprò dire
qualche
cosa..
—
Bada a quel che fai. Stai attento.
—
Mi conosci: non sono un ragazzo.
—
L'hanno pagato un prezzo favoloso.
Gioia rise, pensò un poco, poi domandò:
--- Quanto?
—
La somma non la so, ma mi è stato affidato con le
più calorose raccomandazioni.
—
Stai tranquillo. In ogni modo ti dichiaro che se
riesco a far scomparire le macchie non vorrò nulla in
compenso.
— Questo lo vedremo.
— Arrivederci domani.
Puntuale il giorno dopo, Edoardo Gioia da una cartellina che portava sotto il braccio, estrasse il Sargent. Ma un Sargent nuovo fiammante in tutto uguale all'originale.
— Ma è inaudito — esclamo.
Prendo la lente e osservo la firma : firma ad inchiostro col tono attenuato dal tempo.
— Ti piace? — domanda.
— Ma non capisco.
— Non è difficile capire, — e nel dir così estrae dalla cartella l'altro Sargent deteriorato — poiché tanto l'uno che l'altro sono opere mie...
—: Opere tue?
— Sì, fatte a Londra qualche decina
d'anni fa per
passare il tempo, per ridere con gli
amici. Mai avrei
pensato che una di queste, sarebbe
stata venduta per un
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originale in America e per un grande prezzo. Non mi è stato possibile togliere le macchie : vuol dire che mi sono procurato lo stesso cartoncino e l'ho rifatto di nuovo. Speriamo che la tua cliente si accontenti.
E la cliente infatti fu soddisfattissima: non guardò molto per il sottile. Non faceva che ripetere : “Certi miracoli non succedono che in Italia”.
Mi mandò spontaneamente cinque mila lire che Gioia non volle accettare. Furono consumate, in parte, in un luculliano banchetto alla « Cisterna ».